La tristissima storia degli zolfanelli

Di sala in sala, Paolinetta
Gira e rigira, sola soletta.
Di casa uscendo la sua mammina
Disse: «Ricordati di star bonina»,
Ma, se non teme d’esser sgridata,
Grida, fa il chiasso quella sventata.
Ecco essa vede sul tavolino
De’ zolfanelli lo scatolino.
«Oh, che grazioso bel giocherello!
Io voglio accendere lo zolfanello.
La mamma accenderlo veduto ho spesso,
Io vo’ ripetere quel gioco istesso».

E Minz e Maunz, i due gattini,
Alzano al cielo i lor zampini.
Gridano: «Il babbo questo non vuole,
Più non rammenti le sue parole?
Miao, miao, miao.
Suvvia, finiscila con questo gioco,
Che c’è pericolo di prender foco».

Ai due gattini Paolinetta,
Intenta al gioco, non può dar retta.
Ecco la fiamma s’accende e brilla,
Crepita il legno, scoppia, scintilla.
Tutta contenta la pazzerella
Agita il foco, ride, saltella.

E Minz e Maunz, i due gattini,
Alzano al cielo i lor zampini.
Gridan: «La mamma questo non vuole.
Più non rammenti le sue parole?
Miao, miao, miao!
Suvvia, finiscila con questo gioco,
Che c’è pericolo di prender foco».

Ahimè! la fiamma la bimba investe,
Ardon le trecce, arde la veste.
Corre la misera di loco in loco,
Non c’è più scampo, è tutta in foco.
E Minz e Maunz inorriditi
Mandano acuti urli infiniti.

«Miao, miao, miao!
Qui, qui venite, venite in fretta
Muore bruciata Paolinetta».

Brucia in un soffio, sfuma in un punto
Veste e persona, tutto è consunto.
Un po’ di cenere e due scarpini,
Cara memoria de’ suoi piedini,

È quel che resta! Non c’è più nulla
Di quell’indocile, vispa fanciulla!
E Minz e Maunz, i due gattini
Tergon le lagrime coi lor zampini,

«Miao, miao, miao!
Ahi, babbo e mamma, ahi, dove siete?
Ahi, vostra figlia più non vedrete!»
Come un ruscello che irriga i prati
Scorron le lagrime dei desolati.

Tratto da “Pierino Porcospino” di Heinrich Hoffmann

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